La Befana
La befana è una figura legata alle feste natalizie, questa festa è chiamata anche Epifania, perché tra la notte del 5 e 6 gennaio guidati dalla Stella Cometa arrivano i Re Magi alla grotta di Gesù, per offrirgli oro, incenso e mirra.
La befana viene rappresentata come una vecchia signora brutta, gobba, con il naso adunco, il mento appuntito, indossa abiti stracciati ricoperti di toppe colorate e scarpe rotte.
La vecchia vola su una scopa e con un sacco pieno di doni e dolcetti da distribuire ai bambini buoni e carbone a quelli birbanti.
L'origine fu probabilmente legata a dei riti antichi legati all'agricoltura e ai raccolti dell'anno trascorso.
Gli antichi romani, nella dodicesima notte dopo il solstizio invernale, celebravano la morte e la rinascita della natura attraverso madre natura.
I Romani credevano che in queste dodici notti delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per augurare la fertilità dei futuri raccolti, da cui il mito della figura "volante".
Un'altra ipotesi collegherebbe la Befana con una antica festa romana, durante la quale ci si scambiavano regali.
Nel IV secolo D.C. la Chiesa di Roma condannò tutti riti e le antiche credenze. Queste credenze diedero origine all'aspetto della befana che fu associato a quella di una strega: non a caso, fu rappresentata su una scopa volante, antico simbolo che si credeva fosse uno strumento di stregoneria.
L'aspetto da vecchia sarebbe anche una raffigurazione simbolica dell'anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare, così come accade ancora oggi in molti paesi, dove esiste la tradizione di bruciare dei fantocci vestiti di abiti logori.
L'antica figura fu gradualmente accettata nel Cattolicesimo e quindi la ricorrenza dell'Epifania fu proposta alla dodicesima notte dopo il Natale
Secondo la versione cristiana tanto tempo fa i Re Magi stavano andando a Betlemme per incontrare Gesù. Lungo il loro cammino bussarono alla porta di un' anziana signora e le chiesero informazioni
per andare a Betlemme.
La donna non seppe rispondere. I Re Magi allora la invitarono a proseguire con loro ma ella rifiutò perché aveva molo lavoro da fare.
Quando si rese conto di aver perso l' occasione di conoscere il Bambino Gesù decise di raggiungere i Re Magi ma non li trovò, e fu così che si mise a distribuire doni a tutti i bambini che incontrava nella speranza di trovare Gesù.
Ai vecchi tempi la Befana nelle calze dei nostri nonni non lasciava molti dolciumi ma lasciava soprattutto mandarini, noci, castagne secche...
Talvolta vicino alla calza poteva anche lasciare qualche dolce tipico natalizio come ad esempio: panettone, pandoro, torrone...
Nel caso fossero stati cattivi lasciava cipolle, patate, aglio e carbone.
Noi vi consigliamo il torrone perché è dolce e saporito.
Ecco la ricetta:
PER 4 TORRONI
RICETTA PER IL TORRONE
-400 g di mandorle sgusciate e spellate;
-50 g di nocciole sgusciate ;
-la scorza grattugiata di metà arancia;
-un cucchiaino di estratto di vaniglia;
-40 g di albume d'uovo;
-100 g di miele;
-30 g d'acqua;
-100 g di zucchero semolato;
PROCEDIMENTO:
Tostate mandorle e nocciole in forno caldo a 170 gradi per circa 10 min. Tenetele al caldo.
Sciogliete lo zucchero in un pentolino insieme all'acqua, senza mescolare mai. Quando avrà raggiunto la temperatura di 145 gradi sarà pronto.
Contemporaneamente, ponete un pentolino a bagnomaria e montatevi l’albume insieme al miele con le fuste elettriche.
Quando il composto sarà ben montato e tenderà a staccarsi dalle pareti sarà pronto. A quel punto, anche lo sciroppo avrà raggiunto la giusta consistenza e potrete quindi aggiungerlo a filo agli albumi. Unite anche la frutta calda.
Amalgamate bene il tutto mescolando delicatamente con una spatola, quindi profumate con la vaniglia e la scorza d'arancia.
Trasferite l'impasto del torrone su un foglio di carta da forno (meglio ancora se utilizzate le ostie) e appiattitelo leggermente dandogli una forma rettangolare e uno spessore di circa 3 cm.
Ricoprite con un altro foglio e lasciate asciugare il torrone al fresco per almeno 8 ore.
Tagliate il torrone morbido alle mandorle con una coltello a lama liscia e affilata, conservatelo in un luogo fresco e asciutto.
E sempre in tema della befana ecco una filastrocca tipica:
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con le toppe alla sottana:
viva, viva, la Befana!
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
porta un sacco pien di doni
da regalare ai bambini buoni.
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
viene e bussa alla tua porta
sai tu dirmi che ti porta?
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la gerla sulle spalle
e le calze rosse e gialle.
La festa della Befana o Epifania, come si può notare, ha origini molto lontane nel tempo e attraverso tante interpretazioni e modifiche è arrivata fino ai giorni nostri.
Eleonora, Giulia e Margherita
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